I NOSTRI RINGRAZIAMENTI

GRAZIE DI CUORE IL BLOG NATO DALLA BUONA VOLONTA DI TANTI GIOVANI STA CRESCENDO E REGISTRANTO MIGLIAIA DI CONTATTI, CONTINUATE A DARCI FORZA E SPERANZA PER UN FUTURO CON PIU' VERITA' E MENO DE LUCA.

IL NOSTRO APPELLO

I RISCONTRI CHE STIAMO RICEVENDO A POCHI GIORNI DALLA NASCITA DEL BLOG CI RENDONO SODDISFATTI PER QUANTITA' DI PERSONE CUI STA PERVENENDO IL NOSTRO MESSAGGIO DI VERITA'. NON FERMIAMOCI, PORTIAMO A SALERNO, IN PROVINCIA, REGIONE ED ITALIA, LA VERITA'.

QUESTA E' SOPRATTUTTO UNA BATTAGLIA PER LA VERITA' CONTINUIAMO A DIFFONDERE IL BLOG ED A CLICCARLO MANDATE ALL'INDIRIZZO merlinov@hotmail.it LE VOSTRE OSSERVAZIONI E I VOSTRI CONTRIBUTI.

sabato 27 marzo 2010

De Luca, pacchi e pacchetti di voti

La gara è agli sgoccioli. Già si sente nell’aria un profumo diverso. La voglia di cambiare – si sa - è contagiosa.
Pochi giorni e la Campania non sarà più rossa. La strada sarà difficile e, purtroppo, per gli errori del passato, tradottisi in un deficit immane, gli spazi di manovra sono scarsi. La gestione di Bassolino – del Pd come De Luca, lo ricordiamo ai distratti – ha zavorrato le finanze di Santa Lucia per decenni. Occorre dirlo e mettere le mani avanti.
Ci piacerebbe potere parlare del futuro, degli interventi da fare – molti con pochissimo -, ma è ancora presto.
Siamo costretti ad un’ennesima parentesi – noiosa – su De Luca. Ha riempito con le sue truppe cammellate il Plebiscito, però è lontano mille miglia dal capire il cuore della Campania, Napoli. La città è complessa, un mosaico di persone, quartieri, rioni; ognuno ben caratterizzato e diverso dall’altro. Stare a Chiaia è diverso da abitare Scampia o i Quartieri. Certamente, la vita è più facile nel primo che nel secondo caso.
Il sindaco di Salerno – la mentalità è quella del primo cittadino, la campagna elettorale non l’ha aiutato a fare un salto di qualità – invece ha del capoluogo di regione un’immagine oleografica. Ha girato molte piazze, ma gli animi della gente sono rimasti impermeabili alla sua comprensione.
In testa, De Luca ha la vecchia immagine del Paradiso perduto abitato dai diavoli, di una terra bella, ma matrigna per chi la abita. Un pregiudizio vecchio quanto l’Illuminismo, affatto ingeneroso verso il Meridione. Quindi, sgrana il vecchio rosario dei comportamenti macchiettistici, che la sinistra – rosicando - ha sempre rimproverato alla Destra partenopea, un movimento in passato sempre capace di riempire davvero le piazze. Non con turisti spesati, per dirla con franchezza.
Rispolvera le vecchie storie contro Lauro: il voto non è libero, perché i nemici in agguato se lo comprano. Se perdo, è colpa degli altri che sono in malafede, rubano e mi tendono agguati. Le tristi bugie sui pacchetti di pasta distribuiti qui e là, sulle scarpe regalate una alla volta, sulle carte di mille lire divise e poi consegnate a pezzetti ( uno prima, l’altro dopo il voto) hanno fatto la loro mesta ricomparsa. De Luca è così: chi non è con lui è o un mariuolo o un corruttore di anime innocenti. La miseria vera affoga in un quadro di invidia di bassa lega. L’assoluta mancanza di consapevolezza in quest’uomo circa i propri limiti si commenta da sola. Libertà, libertà: ma la dignità – il senso del rispetto, un minimo di fiducia nel futuro da restituire a questa terra umiliata ed offesa – chi se la ricorda?

Scricciolo

martedì 23 marzo 2010

De Luca u cammello.

Cu o fiasco 'mmano e cu o camello,
cu e gguardie annanze e a folla arreto
'rrevutà faccio Tuleto:
nun se pò cchiù cammenà...
Jammo, é arrivato o pazzariello!
s'é travestito 'a Menelicche,
mmesca o ppepe cu o ttabbacco...
chi sarrà st'Alì Babbà?
Non ci sono migliori parole di quelle della canzone di Carosone. De Luca è finto come il beduino dell’aria dialettale. Il turco napoletano voleva trovare petrolio nella città partenopea. Il potentino finto salernitano è ancora più presuntuoso. Cerca i voti degli abitanti di una città che ha sempre offeso. E mobilita una carovana di supporter in gita premio a Piazza Plebiscito. Il risultato è scontato: sonori pernacchi, nella migliore ed originale tradizione partenopea.
Le statue dei sovrani di Palazzo Reale ne hanno viste di tutti i colori, ma un simile one man show li lascerà di sasso. Eppure, un precedente c’è: Masaniello. Il vecchio Marx diceva che la tragedia della storia ripetuta diventa farsa. Qui siamo molto oltre: una manifestazione assolutamente priva di contenuti, tutta già detta può essere solo una carnevalata. Cantiamo,allora, tutti insieme
Comme sì bello
a cavallo a stu camello
cu o binocolo a tracolla,
cu o turbante e o narghilè...
Uè, si curiuso
mentre scave stu pertuso,
scordatello, nun é cosa:
Santa Lucia la vedrai solo nei tuoi sogni, Enzuccio.

Scricciolo

De Luca e il fascismo.

Onesti, bisogna essere onesti il nostro ce l’ha messa tutta ha fatto una campagna elettorale in cui nulla è stato lasciato al caso, tutte le strade della ipocrisia, della mistificazione del luogo-comunismo sono state percorse . Ha avuto l’ardire, finanche, di tirare in ballo il fascismo accusando la parte politica, sua avversa, di tale “nefandezza”, ebbene questo ci ha dato la percezione della epicità della battaglia del nostro, proprio lui che fino a qualche giorno fa gongolava quando i suoi nemici di sinistra lo appellavano in questo modo, oggi ha sparato le sue ultime cartucce sempre caricando di odio e di rancore i suoi interventi come fosse affetto da rabbia. L’“ex ducetto” è nudo ha calato la maschera, si è mostrato per quello che è, ci sono voluti 17 anni e una candidatura alla regione, la voglia di arrivare a sedersi su di una poltrona che gli desse ancora più potere, ma alla fine è venuta fuori la scorza del comunista – De Luca. La sua parabola discendente è già cominciata diamogli una mano…

domenica 14 marzo 2010

Fascisiti su Santa Lucia

La sezione incubi e deliri del De Luca pensiero si arricchisce di un nuovo capo. La collezione primavera-estate 2010 made in PD ha rispolverato un elemento sempre verde: l’invasione fascista.
In principio, erano gli alieni a calare da Marte. Poi, la scarsa fantasia della sinistra italiana si è appropriata di questo cliché della fantascienza da serie B di Hollywood. Sono tornati - nelle parole degli stanchi tribuni ex, post, neo, transcomunisti - i fascisti. Legioni di camicie nere pronte a sfilare - petto in fuori e con un ben ritmato passo dell’oca - per le strade d’Italia, manipoli gagliardi lesti a fare bivacco delle aule parlamentari, squadre nerborute inneggianti festosi canti marziali, convinte che il domani appartenga loro. De Luca non poteva farsi mancare questo colpo di mortaretto. Nessuno sta più a dargli retta, deve alzare il tiro alla fine di una campagna elettorale pesantuccia. Prima Caldoro, poi Berlusconi, adesso la reductio ad Hitlerum, degno epilogo di una stanca fantasia.
In verità, i militanti del Pdl non hanno niente dello squadrista d’antan. Non sfoggiano un bel manganello nodoso, non utilizzano con sapienza l’olio di ricino. Nemmeno si sono segnalati per colpi di testa goliardici. Insomma non ardiscono, né ordiscono. Purtroppo per tutti, perché sono due atteggiamenti da cui si sarebbe molto guadagnato. Le purghe, poi, sono una specialità della sinistra, al potere in Campania da 10 anni.
A spaventare, però, è un altro elemento costante nella retorica del candidato PD: collegare napoletani ed emuli del PNF. A questo punto sorge un dubbio più che legittimo, su cui invitiamo i campani tutti a riflettere. Quale sarà l’offesa più grave nella testa di De Luca: provenire dalla città partenopea e dal suo hinterland o nutrire mal sopite nostalgie per lo zio Ben? Come è possibile candidarsi a governatore della regione e nutrire un pregiudizio così razzista e volgare su buona parte degli abitanti della stessa?

Scricciolo

venerdì 12 marzo 2010

La maschera del Sindaco.

Sguardo truce e nulla più. De Luca è già una maschera nuda.
Tutta la sua pochezza sta venendo fuori in questi giorni convulsi di fine campagna elettorale. Oramai, gli slogan sono diventati polverosi e lasciano il tempo che trovano. Anzi si ritorcono contro l’incauto apprendista stregone. L’elettorato è basito dalla pochezza di un refrain privo di vero.
Insiste su parole come libertà, cambiamento e protezione delle famiglie con accenti inquietanti. Chi lo conosce da vicino, chi ha avuto modo di assaggiare il sistema di potere - da lui creato sulla pelle di tanti salernitani senza patrono - sa che sono solo balle. Se salisse sulla poltrona di Palazzo S. Lucia, l’unica novità sarebbe sostituire i suoi consulenti a quelli di Bassolino. Cambierà tutto: l’organigramma dell’ente e delle sue controllate, è doveroso aggiungere. Insomma, il candidato promette di operare un repulisti all’insegna della moralità. Ciò che lo anima, in realtà, è un appetito vorace, che lo ha portato a cannibalizzare perfino la sua coalizone in vista della conquista del potere. E’ questo il personaggio che si cela dietro tante belle parole.
Stamane all’università – sarebbe da aprire una riflessione anche su questo: un ateneo degno di tale nome dovrebbe essere un’istituzione libera e neutrale, non un palco per culturisti di provincia senza contraddittori – si è riproposto il teatrino. De Luca contro tutti, tutti contro De Luca: un deserto spiazzante, fatto di nulla e di parole offensive. Oggi il bersaglio è grosso: la doppietta è stata puntata su Berlusconi, colpevole di non fare nulla, e Casini, reo di riproporre i riti della vecchia politica. Sfugge cosa queste affermazioni - magari pure vere e condivisibili- abbiano a che fare con la competizione elettorale del 28 e 29 marzo.
La verità? Ve la raccontiamo noi. La Campania non ha un soldo per finanziare i mirabolanti progetti del sindaco, oltretutto impossibili, perché manca un quadro legislativo che li consenta. Ma questo particolare non giova a chi si agita sul palcoscenico avendo da tempo terminato di recitare le proprie battute.

Scricciolo

domenica 7 marzo 2010

De Luca e la monnezza.

A parlare di mafia, appalti, legalità, trasparenza c’è il rischio concreto di lasciare alle proprie spalle la realtà quotidiana. Si vola alto, dunque si sorvola sui problemi concreti. Le soluzioni ai massimi sistemi sono decantate con l’entusiasmo dell’Ave Maria. De minimis non curat praetor, si sa. Stupisce, però, che le minuzie sfuggano agli occhi di chi si è proclamato campione degli amministratori, fior fiore dei sindaci.
A riportare i palloni aerostatici in terra basta una pietruzza. Così invitiamo a gettare un’occhiata fugace sull’immagine in testa a queste righe, pubblicata pochi giorni orsono sull’edizione locale de Il Mattino. A due passi dalla movida fracassona ed equivoca, c’è il vero centro storico di Salerno, non quello artificiale dei localini emuli di una Spagna invertebrata. Ebbene, un gioiello – Sant’Andrea de’ Lama - è coperto dalla monnezza. La stessa che ci assicuravano essere sparita dalla città per effetto della miracolosa raccolta differenziata. Chiaramente nessuno se ne frega degli edifici storici. E’ un vizio comune a destra e sinistra. Siamo certi che la giustificazione sarà data con un’invettiva degna di Demostene contro i cafoni del luogo ed i parroci rei di non consegnare le Chiese all’amministrazione, alla Sovrintendenza o ad associazioni di volontariato, quasi che dovesse il clero gentilmente accomodarsi fuori dagli edifici di culto. E dopo la filippica non cambierà nulla, al contrario di quanto gattopardescamente si grida ai quattro venti. La musica resterà la stessa, perché il direttore d’orchestra è sempre il medesimo da troppo tempo.
Diamine, però farsi alfiere della salernitanità e tollerare uno scempio simile è un non senso.

Scricciolo

sabato 6 marzo 2010

De Luca: Pugile suonato.

Come un pugile suonato, ricorre ai colpi bassi. Attacca con pugni sotto la cintola dell’avversario, dimentico di cosa significhi fair play. Anzi, non l’ha mai saputo perché l’unico gioco di cui è capace è pesante e sporco.
Così assume le vesti dello sceriffo di Nottingham. “Ogni città il suo guaio ha”: cantava il gallo menestrello nel notissimo cartoon Disney. A Salerno è toccato Vincenzo De Luca.
Evidentemente a corto di argomenti, ha ben pensato di fare elevare una multa ai sostenitori del suo avversario Caldoro. Rei nella sua testa del crimine di lesa maestà, quasi che non si potesse sostenere a Salerno un personaggio diverso da lui. Sui giovani del Pdl è caduta pronta la mannaia, una multa di circa mille euro. La loro colpa: propaganda politica non autorizzata.
La legge si applica per i nemici, si interpreta per gli amici. Anche De Luca segue questo aureo detto. Quindi, i manifesti dei suoi gladiatori troneggiano impuniti e selvaggi sui muri della città. Ovvio che lui è campione anche in questa particolare classifica dell’illegalità. E’ legittimo chiedersi quante contravvenzioni siano state comminate alle volenterose squadracce, che al posto di tenere Salerno pulita la imbrattano – letteralmente - con manifesti su manifesti del candidato PD.
Stiamo sereni: la festa sta per finire. Poche settimane, e l’unica sua immagine sorridente sarà sui cartelloni.

Scricciolo

venerdì 5 marzo 2010

Vincenzino e Mohammed

Vincenzino avrà capito che la scoppola sarà piuttosto pesante. Un esito diverso è impossibile da quando D’Alema è venuto a benedire la sua candidatura. Con uno sponsor del genere, il risultato è certo. Al bacio della morte seguirà una sconfitta totale.
E così, il sindaco non sapendo più a quale santo votarsi, ha abbandonato il pantheon crisitano e si è rivolto a Maometto. Qualcosa evidentemente non quadra persino per lui. Eppure, vedere De Luca parlare sorridente attorniato da africani in vesti tradizionali da preghiera è una foto che merita di diventare l’emblema della campagna elettorale del Pd. Oramai solo i boscimani sono disposti a dare loro credito. Non sono stati sufficienti i cornetti, l’armamentario della notissima scaramanzia popolare napoletana ad esoricizzare il ricordo del decennio bassoliniano. I brividi di paura lungo la schiena dei democratici meritano ben altro che il tradizionale repertorio del “non è vero, ma ci credo”. E’ necessario l’intervento delle potenze occulte straniere. Così, anche De Luca effettua un salamelecco verso La Mecca, sperando che il profeta stenda su di lui la sua ombra misericordiosa. Non si sa mai....
Eppure, a spaventare non è un improbabile miracolo di Allah o l’ennesima prova dell’adamantina incoerenza del nostro eroe. Piuttosto, la certezza che altri anni di governo sinistro a Palazzo Santa Lucia trasformerebbero la nostra regione. Darebbero una svolta radicale al panorama locale. Sì, opererebbero una trasformazione da Campania felix a deserto inospitale. Allora, ad espatriare - come ha fatto la folla, evidentemente inconsapevole, che attornia lo sceriffo - saremmo davvero in tanti.....

Scricciolo

giovedì 25 febbraio 2010

Le incredibili "verità" di Travaglio sul candidato De Luca.


Nel "processo breve" a se stesso celebrato da Enzo De Luca al congresso Idv, mancavano la pubblica accusa e un’informazione decente che conoscesse le carte. C’era solo l’imputato, che infatti si è assolto fra gli applausi, raccontando al popolo dipietrista quel che aveva già fatto credere al suo partito, il Pd. E cioè che è stato rinviato a giudizio due volte per truffa allo Stato, associazione a delinquere, concussione e falso per un’opera buona: aver consentito agli ex lavoratori dell’Ideal Standard di continuare a godere della cassintegrazione.

Naturalmente è una superballa. Quei lavoratori sono disoccupati. Che cosa è successo davvero? Non si tratta delle accuse di un pm impazzito (Gabriella Nuzzi, cacciata da Salerno dopo aver osato indagare su De Luca e sulla fogna politico-giudiziaria di Catanzaro, vedi caso De Magistris). Si tratta delle ordinanze di rinvio a giudizio firmate da due gup, due giudici terzi. Lo stabilimento altamente produttivo dell’Ideal Standard di Salerno fu chiuso, i dipendenti finirono in mobilità, i suoli industriali che valevano miliardi vennero ceduti a prezzi irrisori a un gruppo di speculatori-immobiliaristi dell’Emilia Romagna (terra cara all’allora ministro dell’Industria, Pier Luigi Bersani).

Questi scesero a Salerno, finanziati da banche emiliane e venete e da una finanziaria di San Marino, per realizzare un’operazione irrealizzabile, fittizia – il parco marino Sea Park – e così strappare indebitamente la cassintegrazione e incamerare sontuosi finanziamenti pubblici. Uno dei beneficiari dell’operazione – come han ricostruito i giudici – fu il costruttore Vincenzo Grieco, amico di De Luca e proprietario dei terreni sulla litoranea orientale, destinata al Sea Park da un’apposita variante urbanistica illegittima che trasformò i suoli da agricoli in turistici.

I modenesi della Sea Park avrebbero versato a Grieco fondi neri per 29 miliardi di lire e promesso al comune di Salerno di versarne altri 22 di oneri concessori non dovuti, con garanzia fideiussoria. I 29 miliardi sarebbero finiti sui conti della famiglia di Grieco e da questo prelevati in contanti per distribuirli un po’ in giro. Il gruppo Sea Park fu poi costretto a sputare altri 6 miliardi extra-bilancio, con assegni bancari girati per l’incasso a un collaboratore di Grieco, che li parcheggiò su un conto Unicredit per essere poi prelevati in contanti o girati su conti della famiglia Grieco.

Nonostante il salasso, la Sea Park non riuscì a ottenere la proprietà dei terreni di Grieco, che, oltre a tutti i soldi incamerati, seguita pure a lucrare sull’aumento della rendita fondiaria dei terreni, gentile omaggio della giunta De Luca. Intanto il gruppo emiliano, spolpato dai salernitani, è ridotto sul lastrico. Gli subentra un consorzio di società immobiliari e del ramo rifiuti capitanato da un faccendiere bresciano pregiudicato, Angelo Tiefenthaler.

De Luca appoggia anche lui per un fantomatico programma di "riconversione industriale", utilissimo per ottenere indebitamente le indennità di mobilità e cassa straordinaria per gli ex lavoratori Ideal Standard. Al posto del parco marino, si dice, nascerà un centro turistico-commerciale e, al posto dell’Ideal Standard, un bell’inceneritore. Invece spunta una centrale termoelettrica, opera della multinazionale svizzera Egl e gemella di quella di Sparanise (raccontata dal Fatto a proposito delle liaisons fra finanza rossa emiliana e clan Cosentino).

Per queste vicende la pm Nuzzi aveva chiesto al gip l’arresto di De Luca e al Parlamento l’autorizzazione a usare certe sue intercettazioni indirette. Richieste respinte. Il gip distrusse addirittura le bobine gettandole nell’inceneritore, anziché attendere la decisione della Consulta (che di lì a poco ne decretò la piena utilizzabilità); subito dopo il fratello del gip, Luca Sgroia, diventò segretario dei Ds di Eboli e aprì la campagna elettorale per De Luca sindaco di Salerno. E ora chi ha stomaco forte lo elegga pure governatore della Campania.

Da il Fatto Quotidiano del 9 febbraio

Zelig


E’ sfuggente ed ibrido come il mercurio; ha le stesse duttilità e mancanza di forma del metallo liquido. Acquisisce l’aspetto che più aggrada alla sua platea, nessuno ricorda più le sue vere fattezze. Incudine, martello: l’importante è continuare a battere, a fare rumore. Del senso delle sue parole pochi si ricordano, resta avvolto nella nubbia. Zelig sfrutta le sue doti di trasformista imbonitore. Avanti, indietro. Rosso con i rossi, nero fra i neri. Millanta così l’appartenenza alla destra europea di fronte agli imprenditori, assume posa da ultrasindacalista tra gli operai. Rimpiange i fasci sugli edifici del Ventennio a Salerno, a Napoli elogia Bassolino, stritolato come vittima sacrificale da un sistema perverso. Sì, proprio la stessa persona che fino a qualche settimana fa, lo aveva graziosamente omaggiato di offese di ogni tipo, al limite della querela penale.
Raccogliere un florilegio delle sue dichiarazioni getta nello sconforto. Cosa vuole davvero? Anche Sherlock Holmes getterebbe la spugna. Chi è disposto a credergli? Soprattutto quale versione della sua maschera è la definitiva? Fosse un software, occorrerebbe effettuare ogni due ore un download con gli aggiornamenti del programma. In questo primo scorcio di campagna elettorale, ne ha dette abbastanza da mandare in tilt un computer di ultima generazione. Figuriamoci come debbono sentirsi le orecchie dei frastornati campani. Tutto fumo, poco arrosto: l’uomo più che libero è campione di parole in libertà, virtuoso delle esternazioni senza rete. In questo caso, rischi non ce ne sono. Il suo rimarrà solo esercizio di cabaret.

Scricciolo

sabato 20 febbraio 2010

Quando la Salernitana ….Conviene.


Oltre alla campagna elettorale fatta con milioni di euro di luci d’artista, abbiamo assistito in questi ultimi mesi ad una campagna elettorale dal gusto ancor peggiore. Il nostro amato Sindaco che non perde occasione per ammantarsi di Salernitanità e definirsi grande “tifoso della salernitana” ha infierito in maniera sgradevole contro i colori granata invitando in più circostanze il Presidente Lombardi a lasciare la mano, accusando lo stesso di essersi dedicato a giungo, in una nota conferenza stampa, a palazzi e palazzoni invece di pensare ad annunciare calciatori ed allenatori,cavalcando cosi in maniera subdola il malcontento dei tifosi. Ma andiamo con ordine. In giungo il Presidente Lombardi pubblicamente dichiarò la impossibilità, almeno da parte sua, a portare avanti una impresa come quella del calcio che notoriamente produce molti debiti e pochi utili. Cosa questa che già di per se denota una grande onesta e sensibilità, nonchè un profondo rispetto verso Salerno e i tifosi della Salernitana, il grido di allarme del Presidente Lombardi veniva a seguito della bocciatura da parte della Amministrazione Comunale dei suoi progetti per la riqualificazione dell’area dello stadio Arechi, secondo quelli che sono i criteri adottati in tutta Europa (tanto cara al nostro Sindaco) progetti che secondo il Presidente avrebbero consentito di fare calcio a Salerno anche a livelli medio-alti. Il Presidente con schiettezza e dignità pubblicamente lanciò, mettendoci la faccia, il suo grido di dolore. Da allora è stato un continuo attacco alla sua Presidenza ai primi risultati negativi già a ottobre i tifosi e le tv parlavano di retrocessione sicura e della necessità per Lombardi di passare la mano. Quale il suo reato …? Quello di essersi schierato criticamente contro De Luca. Ebbene il Presidente aveva commesso reato di lesa maestà, e per questo è stato già condannato a dover lasciare la mano. Quindi il nostro Sindaco invece di chiamare tutti i tifosi a raccolta, intorno alla società per salvare un patrimonio della città, bene ha pensato di lavarsene le mani preferendo attendere gli eventi. Il nostro Sindaco invece appena due stagioni fa seppe approfittare dello stadio gremito per fare il giro di campo insieme ai calciatori che avevano conquistato la B (foto) e prendersi la vetrina. Ci chiediamo, quindi, ma due anni fa chi era il Presidente della Salernitana..? Allora quale è il metro di giudizio del Sindaco? Quando la Salernitana vince, bene Lombardi per fare la prima donna allo stadio partecipando al giro di campo. Quando la Salernitana perde via Lombardi per cavalcare la contestazione non smorzando i toni come farebbe un buon Sindaco…Vergogna.. Vergogna.. Vergogna.. Questo è l’amore del Sindaco per Salerno e per la Salernitana un amore interessato. Ma i veri tifosi della salernitana sono con Lombardi un Presidente che ci mette il cuore ed anche i soldi e non con chi ci vuole mettere solo la faccia quando le cose vanno bene.
ANCHE PER QUESTO NOI NON VOTIAMO DE LUCA!!

La città della creatività


Per alcuni cultura significa sacrificio, ricerca, mezzo di mobilità sociale ed occasione di miglioramento personale. Per altri diventa culturame, gingillo da gestire per soddisfare amici senza arte né parte, idrovora inesorabile dei soldi pubblici. Di questa mentalità De Luca è stato campione. Ricordate la sfilata messa in piedi a luglio di persone in abito da sposa? Lo scudiero Apolito è il degno messia del verbo deluchiano: panem per pochi, circenses di dubbio gusto per tutti.
Più che di creatività (già, ma che vuol dire esattamente questo termine?), la Campania ha bisogno di tecnici. Fateci caso, non una parola viene pronunziata a riguardo. Eppure, il tema – la mancanza di figure qualificate nelle scienze applicate – è di grande attualità, perché rappresenta una macchia pesante per il nostro sistema universitario. Forse perché ingegneri, fisici, matematici, biologi sono più difficili da piazzare per il politico di turno rispetto ad antropologi o sedicenti artisti? In effetti, è specialmente il Sud a soffrire di questa assenza. Così, dalle nostre parti proliferano legioni di laureati in giurisprudenza, sociologia, economia, scienze politiche, lettere - tagliati fuori dal mondo del lavoro o comunque in grosse difficoltà per trovare una sistemazione anche precaria.
Una politica attenta cercherebbe di invertire questa tendenza. Concentrerebbe le risorse su un unico politecnico regionale all’avanguardia, da far lavorare assieme alle poche realtà industriali importanti della zona (Alenia ed Ansaldo su tutte). Favorirebbe un meccanismo grazie al quale i fondi di sua competenza potessero essere indirizzati nei settori con maggiori prospettive, non distribuiti a pioggia. Renderebbe più attraenti questi corsi di studi con tasse d’iscrizione dimezzate, a parziale carico del pubblico per gli studenti meno abbienti. Troppo bello per essere vero, soprattutto per chi ha dimostrato di esssere capace di ragionare solo con una logica degna di Lucignolo e Pinocchio in visita al Paese dei Balocchi.

Scricciolo

giovedì 18 febbraio 2010

La piccola Barcellona: Salerno

Tizio dice che Caio è un’ottima persona, che il futuro non potrà che riservargli grandi sorprese, perché ha imbroccato la strada giusta, quella che porta verso uno sviluppo duraturo. In effetti, Caio ha una buona partenza, un discreto passo, ma la sua fuga verso la vittoria termine, invece, con un poco glorioso schianto. Caio viene allora da tutti additato come un grande malato, il proverbiale gigante dai piedi d’argilla. Solo Tizio rimane scornato nella sua illusione, come la cornacchia di Esopo che si pavoneggiava con le penne degli altri uccelli.
Diamo un nome ai personaggi del nostro apologo. Tizio-De Luca ha esaltato, per anni e con convinzione, come modello di crescita l’economia di Caio – Spagna. Infatti, prima della sbandata kitch per i palmizi e le vele in stile Abu Dhabi, ogni due per tre il caro sindaco non faceva che magnificare le magnifiche sorti della Spagna. Nello specifico, il suo sogno era di trasformare Salerno – ritornello paesano e troppe volte scandito – in una piccola Barcellona, di trasportare anche su questa sponda del Mediterraneo la movida fracassona. In attuazione di questo suo disegno, ha con convinzione consentito l’apertura indiscriminata di localini dalla scarsa solidità, dalla poca esperienza e dalla piatta prospettiva senza curarsi dei pochi siti industriali della città. Per di più, ha indirizzato quasi tutte le risorse comunali in progetti urbanistici, nel solco del precedente sindaco Giordano, di cui era stato proprio assessore ai lavori pubblici.
Bene: oggi la Spagna è in grosse difficoltà, forse è il paese dell’area euro messo peggio. I livelli di disoccupazione e del debito pubblico sono spaventosamente cresciuti, perché negli ultimi venti anni è stata disarticolata l’economia tradizionale, inseguendo sogni di cartapesta e progetti faraonici in un’affannosa rincorsa ad un benessere effimero. E’ questa la sorte di chi abbandona la roccia per costruire sulla sabbia.
Nel piccolo della realtà salernitana ipotizzare uno scenario del genere è doloroso, ma verosimile. Occorre elaborare sin da subito una exit-strategy dal deluchismo. Prima di finire tutti con la za(p)pa(tero) sui piedi e farci davvero male!
Scricciolo

DELUCADAMUS


Puntuali come le quartine del celebre indovino, ripartono i cantieri di Salerno. E’ significativo che dopo mesi di stasi, i lavori riprendano in coincidenza con le elezioni regionali. Competizione per cui il sindaco è in prima linea.
Ricordate le sette meraviglie della città, strombazzate ai quattro venti ma ferme? Sì, parliamo:

1)della Cittadella giudiziaria,

2)della Metropolitana ( sarebbe meglio definirla un trenino alla Topolino, dati tempi biblici di realizzazione e di percorrenza),

3)della pavimentazione del Corso - che doveva essere terminata per lo scorso 21 settembre, come era stato annunziato urbi et orbi: per De Luca. vale evidentemente la regola del prometter molto con l’attender corto, visto che nessuno ha sottolineato la circostanza,

4)della Lungo-irno (manca sempre l’ultimo sporco miglio, malgrado le centinaia di micro-inaugurazioni che hanno scandito le feste di San Matteo dell’ultimo decennio),

5)della Stazione Marittima, persa nel porto delle nebbie,

6)del Palazzetto dello Sport, illustre scomparso vittima di più di una falsa partenza (fosse stato un atleta, sarebbe da tempo fuori pista, causa squalifica),

7)di Piazza della Libertà, non ancora nata e già bersaglio di tante polemiche.
Ebbene, in questi giorni qualcosa si muove. E’ ricominciata la pavimentazione del salotto buono della città. Un corso da re, definito dagli oppositori dei primi anni ’90 - molto esattamente – un corso da Conte. Evidentemente, la passeggiata serve anche per corroborare ambizioni minori, come quella di diventare governatorE...

Scricciolo

mercoledì 17 febbraio 2010

De Luca e gli industriali.


Arricchitevi, ma con il mio permesso. L’invito rivolto da De Luca agli imprenditori campani è sintomatico di un modo di gestire la politica e di una particolare concezione del governo dell’economia.
De Luca in questi anni è stato campione di una particolare versione dell’interventismo pubblico: il municipalismo. Intendiamoci: in questo è stato in buona compagnia. Molti, troppi amministratori – di destra o sinistra che siano – una volta preso il potere si affannano solo a distribuirlo ai loro supporter ed a gratificare i loro sponsor. Purtroppo, specie nel sud d’Italia il settore pubblico è l’unico ad essere tanto forte da affidare importanti commesse di forniture di servizi o di costruzione. Manca – la colpa è di molti – uno stock di capitale che possa permettere la nascita di un sano circuito economico. Ed all’ombra di questa stortura proliferano comportamenti paternalistici che possono diventare patologici.
Però, c’è chi di questa povertà endemica ha fatto un proprio punto di forza. Ad esempio, creando società miste cariche di dipendenti e con grassi consigli d’amministrazione, gestendo con disinvoltura incarichi e piani regolatori, cooptando nel proprio partito manager e facendo diventare i quadri del proprio gruppo importanti imprenditori pubblici. Giocando così bene tra pubblico e privato, manipolando con sapienza le leve di questo potente kombinat è facile diventare eterni. Il potere logora non tanto chi non ce l’ha, quanto chi non sa gestirlo, chi non ha l’abilità di spargerlo a piccole dosi tra gli amici. Il risultato a cui conduce questo connubio perverso? Lasciamo la parola ad Isaia Sales, consigliere di Bassolino e ben addentro alle logiche del potere campano: “Il 60% dei componenti il direttivo provinciale del Pd di Salerno è formato da membri delle società miste che hanno ottenuto gli incarichi grazie a lui. Persone vicine a De Luca sono stati assunti (sic, ndr) nelle società miste”. Sì, Lui ci tiene agli amici, gente libera ed al di là dei partiti….

Scricciolo

De Luca e la condanna dimenticata.


Da quando Vincenzo De Luca, sindaco di Salerno ed ex deputato Ds, è stato candidato dal Pd e dall’Idv a governatore della Campania nonostante i due rinvii a giudizio per associazione per delinquere, concussione, truffa e falso, si scoprono ogni giorno notizie interessanti. Anzitutto che il candidato del centrosinistra è un estimatore di Bertolaso e di Berlusconi.
Del premier ammira “l’autenticità: è esattamente come si presenta, rifiuta ogni doppiezza, lo trovo apprezzabile”, mentre disprezza “le classi dirigenti” del centrosinistra, affette da “doppiezza e ipocrisia”, escluso se stesso s’intende. Non sopporta neppure Grillo, De Magistris e padre Alex Zanotelli, che minaccia financo di denunciare. Si definisce “rappresentante della destra europea”, ma poi scavalca anche quella, minacciando di “prendere a calci nei denti e buttare a mare” gli immigrati irregolari. Insomma, è un inflessibile tutore della legalità, ma solo in casa d’altri.

In casa sua è decisamente più elastico. Infatti l’intera famiglia De Luca è nei guai con la giustizia: la moglie Rosa Zampetti è sotto processo per falso e abuso per aver presentato carte taroccate per vincere un concorso di sociologa Asl; e il figlio Piero è sotto inchiesta per reati fiscali a proposito di consulenze legate a due società vicine alle Manifatture Cotoniere Meridionali (al centro di uno dei due processi a De Luca padre). Per strappare l’appoggio di Di Pietro, De Luca s’è impegnato con lui a dimettersi “in caso di condanna”. Ovviamente intendeva condanna di primo grado: in caso di sentenza definitiva le dimissioni sarebbero superflue, visto che per legge i sindaci, i presidenti di Provincia e di Regione condannati per reati contro la Pubblica amministrazione devono lasciare obbligatoriamente la poltrona.
Resta da capire come possa dimettersi De Luca se condannato in uno dei due processi, visto che di entrambi si proclama “orgoglioso”. Ne ha addirittura pubblicati gli atti (solo quelli che fan comodo a lui, si capisce: le intercettazioni che la Camera non autorizzò i giudici a usare restano top secret) sul suo sito Internet, a mo’ di “sfida della trasparenza e della moralità”.

Ma c’è una notizia che De Luca si guarda bene dal diffondere: una condanna in primo grado l’ha già subìta. La prima condanna di un pubblico amministratore per gli scandali della monnezza in Campania è stata emessa proprio nei confronti suoi e dell’ex sindaco Mario De Biase il 25 giugno 2004 dal giudice Emiliana Ascoli: 4 mesi di reclusione e 12 mila euro di ammenda a De Luca e 6 mesi e 16 mila euro a De Biase per aver violato le norme igienico-sanitarie del decreto Ronchi autorizzando lo sversamento di rifiuti (una montagna di 20 mila tonnellate) in un sito di stoccaggio provvisorio e abusivo a Ostaglio, una piazzola a ridosso della Salerno-Reggio Calabria. Discarica sequestrata dai giudici in quanto “abusiva” e “priva di autorizzazione” dopo che per due giorni e due notti, nell’agosto 2001, aveva preso fuoco avvelenando con una nube tossica l’aria respirata da 50 mila abitanti, mettendo in fuga cittadini e bagnanti e paralizzando il traffico dell’esodo estivo sull’autostrada maledetta.

Condanna rimossa da tutti, anche da De Luca, che l’altro giorno ha raccontato al Corriere di essere stato 16 volte indagato e 16 volte assolto. Strano, visti i tre processi in corso a suo carico. Il 26 gennaio 2010, nel processo di appello per la discarica abusiva, il pg Ennio Bonadies ha comunicato che il reato contestato ai due imputati è prescritto. De Biase ha detto di voler rinunciare alla prescrizione per essere assolto nel merito. De Luca pare di no. Se ne saprà di più il 18 giugno, quando parleranno i difensori degli imputati. Resta da capire cosa aspetti De Luca a pubblicare la sentenza sul sito, per completare “la sfida della trasparenza e della moralità”. O almeno di informarne Di Pietro e di dimettersi all’istante. Perché, come ha detto lui stesso, un condannato in primo grado se ne deve andare. O no?
(Vignetta di Bandanax).

Tratto da www.voglioscendere.it

martedì 16 febbraio 2010

Scampia, Mariconda e Padre Zanotelli..


La campagna elettorale del Candidato del Pd e del centro-sinistra erede della tradizione Bassoliniana sta assumento, proprio in questi giorni, toni carnevaleschi. Il nostro si è recato a Scampia a parlare di come in quei quartieri cambierà tutto... bene, ottimi propositi. Noi, invece, invitiamo gli abitanti di Scampia a venire a Mariconda, Salerno, per constatare come in 17 anni di consiliatura De Luca non sia cambiato niente. Noi invitiamo i giovani di Scampia a vedere, anche, nel centro storico, tranne nella parte delle vetrine, come in 17 anni non sia cambiato nulla. Invitiamo i ragazzi di Scampia a chiedere "ai ragazzi dei quartieri", come Lui li definisce qua a salerno, cosa sia cambiato per loro in 17 anni. Noi non abbiamo la pretesa di dare le risposte, queste le lasciamo ai vostri occhi e alle persone VERAMENTE per bene, ma per ben comprendere lo stile quantomeno equivoco del Sindaco basta digitare su google De Luca Zanotelli e vedrete la moralità in persona come vergognosamente dipingeva Padre Zanotelli (appena 2 anni fa) fino ad arrivare a dire che lo avrebbe denunciato, oggi invece il nostro campione di moralità lo elogia e lo ringrazia, "solo" per farsi campagna elettorale. Ci chiediamo a che punto è la denuncia? Quale crediblità può avere un candidato del genere? E soprattutto perchè speculare e fare campagna elettorale sulle sofferenze di chi vive situazione di grande disagio..come gli abitanti di Scampia? Tutto ciò ci inorridisce come la sua candidatura e ci terrorizza, LIBERIAMO LA CAMPANIA DAL DELUCHISMO per poi LIBERARE anche SALERNO.

lunedì 15 febbraio 2010

Mr. Fantastic e la questione morale.



Gentilmente riceviamo e volentieri pubblichiamo.

La questione morale in politica diventa comoda scorciatoia, ma resta figura retorica molto debole. E’ plasmabile come Tiramolla, scivolosa come Mr. Fantastic, il capo elastico dei Fantastici Quattro E’ facile per chi è a corto di argomenti buttarla in caciara. Allora, si cala l’asso: la specchiata onestà diventa capo pret-a-porter.
Qualcuno che ne capiva un po’ - Benedetto Croce – invitava nei suoi scritti a diffidare dai tribuni moraleggianti. In politica, la vera qualità dell’attore non sta tanto nella morale, ma piuttosto nel fare. Proviamo a misurare secondo questo illustre metro, la stoffa di cui è fatto il nostro sindaco. Lo scopriremo, come il re della fiaba, nudo.
Infatti, è molto facile sparare a zero sui Casalesi. Identificare sé stessi ed i propri sostenitori come brava gente, gli avversari come teppa al soldo dei clan è operazione a costo zero. De Luca predica - novello Mani - il Vangelo della Luce, la sua. I suoi zelatori sono le forze angeliche del bene, gli altri legioni di diavolacci.
Cosa resta al dilà di questo giochetto sporco? La vera emergenza campana è una drammatica crisi d’identità. In questi anni di pesante deindustrializzazione, si è persa la cultura del lavoro, lo spirito di corpo che legava professionisti o commercianti si è sciolto come neve al sole. L’elemento caratterizzante della Campania – lungo cui si è dipanato il racconto degli anni a noi contemporanei – è diventato la camorra. La criminalità ha impregnato tutto: cronaca, politica, economia, letteratura. L’unico prisma attraverso cui leggere la quotidianità della vita nelle cinque province è la delinquenza. Questa drammatica semplificazione mette in ombra altri fallimenti.
Ad esempio, il lavoro. Salerno, sindaco, non doveva essere città turistica? Già, ma come? Ho perso il conto. All’inizio della sua carriera, ventilava l’idea che dovesse divenire cerniera tra le due Costiere. Poi, nell’assenza di infrastrutture e nella chiusura municipalistica caratterizzante i suoi mandati, ha iniziato a dire che sarebbe stata in grado di attirare turisti da sola, magari grazie al Sea Park. Nemmeno questa versione ha retto a lungo. Si è passati a sostenere che avrebbe dovuto essere un contenitore culturale – immagino che le luci d’artista siano il capolavoro in grado di fare da calamita per i turisti in competizione con il Louvre. Infine, è arrivato il turno dei grandi interventi urbanistici. Nei plastici che tanto ama, l’orizzonte cittadino è cosparso da scatoloni senz’anima, destinati – se verranno mai realizzati, cosa di cui è lecito dubitare visti i precedenti - a contenere il vuoto che ha desertificato la nostra economia. Contenitori enormi del vuoto, pietre pesanti come lapidi, certificati clinici dell’assenza di prospettive occupazionali e della schizofrenia nel progetto economico e civile di una terra troppo a lungo presa in giro con parole, parole, parole.
Sono queste le credenziali grazie a cui il Pd ha indicato De Luca come suo campione? Allora, si capisce come sia meglio passare il bianchetto e più semplice dargli all’untore: il pidiellino camorrista.

Made in "Scricciolo".

domenica 14 febbraio 2010

De Luca: "Non ho conti coi clan" Caldoro e la Carfagna a Salerno


Pubblichiamo da www.lacittadisalerno.gelocal.it perchè riteniamo giusto che tutti possano avere la libertà di giudicare da soli...

SALERNO. «Io non mi candido per fare un po’ meglio, io mi candido per cambiare tutto». Al teatro comunale di Caserta, Vincenzo De Luca scalda l’anima socialista.« Pareva che non ci fossimo più, invece vedi quanta gente» sottolinea in sala un militante. Al suo fianco ci sono il sindaco di Caserta, Nicodemo Petteruti, il vicepresidente del consiglio regionale Gennaro Mucciolo, il consigliere Gennaro Oliviero e i dirigenti del Psi Fausto Corace e Marco Di Lello, che fino alla sua discesa in campo erano stati sul punto di saltare il guado e appoggiare il socialista di centrodestra Stefano Caldoro. DeLuca spiega di ritenere la Campania a un bivio. Non nomina Cosentino, coordinatore del Pdl, ma ammonisce: «Qui siamo a Caserta, io non voglio fare una campagna sulla demagogia e sulle offese personali, ho rispetto per tutti, anche per i sottosegretari, perché tutti sono perbene fino alla sentenza e perché rispetto i valori familiari e le relazioni umane che sono dietro a ognuno di noi. Però, non si può ignorare che la Campania è a un punto limite, e può scivolare verso la dominazione da parte di poteri criminali». Quindi affonda: «Non è ininfluente che alla guida della Regione ci sia un uomo libero o un uomo condizionato.Voglio rivendicare che cambiali da pagare alla camorra io non ne ho».
Caldoro: "Puntiamo sulla sicurezza". Sicurezza e legalità come "condizioni essenziali" per uno "sviluppo economico armonioso" della Campania. E’ uno dei punti del programma del Pdl quello di migliorare i due temi che sono strettamente connessi. Stefano Caldoro, candidato a governatore della Campania per il Pdl e il ministro Mara Carfagna, capolista a Napoli, si soffermano sulla necessità di migliorare le condizioni della sicurezza per incidere positivamente sulla qualità della vita dei cittadini campani.«Se non garantiamo sicurezza e legalità - ha detto Carfagna - non potranno esserci né crescita né sviluppo».


Per la sicurezza e la legalità, dunque, "non servono sceriffi", ma l’azione di forze dell’ordine e magistratura, a cui le istituzioni devono dare una mano. Hanno ribadito Mara Carfagna e Stefano Caldoro. «Non basta dare i manganelli ai vigili né andare a prendere gli immigrati a uno a uno per garantire la sicurezza - ha aggiunto la Carfagna, commentando le politiche per la sicurezza adottate dal sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, candidato a presidente per il Pd - E’ una questione di competenza nazionale». Della stessa idea Stefano Caldoro: «Ma che "sindaco sceriffo", la questione sicurezza è un tema serio. Non abbiamo bisogno di sceriffi, ma delle forze dell’ordine, delle isituzioni».
In serata il ministroCarfagna si è recata al Comune di Boscoreale per un incontro elettorale al Comune. Ad attenderla, davanti al municipio, c’era un gruppo di manifestanti che protestava contro l’a nnunciata apertura di una seconda discarica nel territorio di Terzigno, a confine con Boscoreale. Il ministro ha lasciato la sede del Comune mentre all’esterno c’erano i poliziotti. Oltre alla Carfagna, che è capolista, alla Mussolini, nella lista del Pdl a Napoli sarà candidata pure Luciana Scalzi, assistente di Denis Verdini. Oggi a Salerno manifestazione con Caldoro, Carfagna, La Russa e Cirielli.

Tratto da www.lacittadisalerno.gelocal.it

Il Mastrolindo Salernitano


Pubblichiamo come ricevuto da "Scricciolo".
Mastrolindo ha fatto sparire il simbolo del PD. I manifesti che tappezzano selvaggiamente Salerno riportano solo il suo faccione con un brutto alone di luce sul naso. Il bavero del giubbone è alzato, in attesa di una folata di vento che sta per investirlo. I colori sono sgargianti, proprio per occultare l’appartenenza ad un partito sinonimo di fallimento in tutta Italia, il Pd. Lo stesso raggruppamento che in Campania rima con mr. Monnezza, o’ governatore d’Afragola. Bassolino è il convitato di pietra della campagna deluchiana. Anche lui è stato accuratamente cancellato. Le buone pratiche del bianchetto di scuola staliniana sono ancora vive nel cuore di De Luca. Dalle foto di famiglia sono spariti i parenti imbarazzanti. Se lo conosci, lo eviti. Io sono furbastro e lo smacchio. Faccio pulizia: io sono un nome, una garanzia. Don Limpio è tornato!
L’uomo è fatto così. Usa liste civetta – da lui definite di programma - e lancia appelli ecumenici manco fosse un patriarca. L’intento è chiaro: ripeto cento, mille volte una bugia, convinco tutti che sia la verità. Ma la sua ciurma è sempre la stessa. Oltre agli scudieri - sempre pronti a saltare su quando suona l’ora di battaglia -, il circolo della nostra Madame Verdurin è composto dai soliti fedeli imbolsiti: comunisti, manettari con la bava alla bocca, ex dc di rito mancino, verdi arrabiati. La stessa classe politica che ha portato al disastro, alla paralisi la Campania in 15 anni di governo. Davvero un bel rinnovamento, una speranza nuova....

Ringraziamo Scricciolo per l'acutezza dell'intervento.

sabato 13 febbraio 2010

MEGALOMEN VINCENZO DE LUCA


Pubblichiamo post tratto interamente da www.beppegrillo.it

Megaloman Vincenzo De Luca non lo ferma più nessuno. Un rinvio a giudizio è un onore, due una medaglia al valore. Megaloman ha una famiglia di megaloman!
""Non bastava il capofamiglia, Vincenzo De Luca, sindaco di Salerno, aspirante governatore della Campania in quota Pd-Idv, rinviato a giudizio per associazione a delinquere, concussione e truffa nelle inchieste "Sea Park" e "Mcm". Non bastava la moglie del primo cittadino, Rosa Zampetti, sotto processo per falso in atto pubblico e abuso d’ufficio causa un concorso per sociologa Asl che la donna avrebbe vinto - secondo la tesi dell’accusa - presentando una documentazione taroccata. Adesso si scopre che nel mirino dei magistrati è finito anche il figlio, Piero, sott’inchiesta per reati fiscali a margine di alcune consulenze collegate a due società a loro volta vicine alla Manifatture Cotoniere Meridionali, conosciuta come "Mcm", oggetto dell’inchiesta-madre sfociata in un processo che per De Luca senior si aprirà il giorno delle elezioni regionali". c...o, per fortuna la magistratura ha tralasciato il gatto...i canarini ed il pesciolino rosso!!".

Tratto interamente da "www.beppegrillo.it"

venerdì 12 febbraio 2010

DE LUCA DA I NUMERI.


Riportiamo un comunicato pervenutoci a firma Popolo delle Liberta:
"Leggiamo dai giornali di un sondaggio reso noto dal Sindaco di Salerno secondo cui sarebbe in vantaggio sull'avversario per la corsa alla Presidenza della Regione Campania. Chissà quale sarà la società cui l'arrogante Sindaco, avrà commissionato il sondaggio.
Ma è sicuro, ci chiediamo, che il rilevamento delle opinioni non sia stato affidato, dal candidato della Sinistra, a "Salerno Sistemi" o a "Salerno Enenrgia"?
Al povero Sindaco, forse, per non scoraggiarlo troppo avranno comunicato solo i risultati del rilevamento di Via Salvatore Calenda!

Salerno, 12 febbraio 2010
Il Gruppo PDL al Comune di Salerno

giovedì 11 febbraio 2010

UN PENTITO DI GOMORRA ACCUSA L'ESPONENETE DEL PD


Agli atti dell'inchiesta Ideal Standart - Sea park in cui il sindaco di Salerno De Luca è indagato per associazione per delinquere, concussione, truffa e abuso d'ufficio c'è l'interrogatorio del pentito di camorra Cosimo D'andrea. E' il 19 luglio del 2001, il pm Antonio Centore va a sentirlo nel carcere milanese di Opera. Il boss spiega che a Salerno si intedeva realizzare, sul suolo dell'ex ideal-standart il più grande paco marino d'Europa. Dice: "questo è un finanziamento di 300 - 400 miliardi di lire. A Roma sono molto indecisi perchè dicono: "Ma se l'hanno fatto a Rimini a Riccione che sono posti più turistici di Salerno e sono falliti noi perchè le dobbiamo fare a Salerno e fare queste finanziamenti?", si è mosso De Luca e i soldi si stanno prendendo, iniquamente li stanno prendendo; perchè per regola non dovrebbero arrivare, questi soldi qua non vanno a fare l'acquario, ne va solo una minima parte, i lavori verrano iniziati e mai terminati". In un altro passaggio il pentito, morto in carcere due anni fà, cita il Sindaco di salerno Vincenzo de Luca. D'Andrea ricostruisce la vicenda che il pm Nuzzi definisce "corruttiva":"Per quanto riguarda l'Ideal standart cosa hanno fatto? Qua è l'inghippo forte, invece di riconvertire e dare lavoro hanno fatto tanti preliminari a dieci dodici piccole aziende per lottizzare i capannoni, questi si vogliono e li hanno ... li vogliono prendere questi soldi, con la legge 488, hanno fatto dei compromessi preliminari dicendo: "Voi come prendete i soldi li girate a noi" stanno costituendo un consorzio, passeranno anni e nel frattempo gli operai non prendono soldi, i patti non si stanno mantenendo". Il pm chiede: "E De Luca c'entra qualcosa?". Il pentito: "E' Lui?". Il pm: "Lui lo sa che ci sta tutto questo patatracco sotto?". D'Andrea: "Lui in campagna elettorale ha cavalcato il cavallo di questa cosa, che avrebbe portato a Salerno questa cosa, è Lui che lo fa".

Tratto da "LIBERO"

mercoledì 10 febbraio 2010

NELLA MIGLIORE TRADIZIONE DELUCHIANA....


Siamo lieti di constatare che nella città giardino, del migliore Sindaco d'europa dove il rispetto per la legalità viene inculcato personalmente dal primo cittadino a mezzo tele-predica televisiva, ed anche con attivita pedagogiche rivolte per strada ed effettuate personalmente dal Sindaco migliore dell'Universo SI E' GIA' MANIFESTATO IL FENOMENO DEL "MANIFESTO SELVAGGIO" e a dar inizio al fenomeno non è il solito candidato Consigliere cafone, come lo definirebbe il miglior Sindaco della galassia ma bensì egli stesso.... si avete capito bene il paladino della legalità ha sguinzagliato in pieno giorno sotto gli occhi di "ex-zelanti vigili" (sempre pronti ad elevare verbali a tradimento) ma questa volta guadavano dall'altra parte, i suoi scagnozzi caldarrostai (sempre i soliti) che incuranti dei passanti, in un clima di totale illegalità hanno provveduto ad imbrattare via dei principati... che cafoni...

IL REGNO DELLA CAMORRA NEL REGNO DI DE LUCA


Morrone (Idv): il candidato Pd vuole liberare la Campania dai Casalesi, ma a Salerno la malavita ha vinto molti appalti.

"Non possiamo regalare la campania a Casalesi". E' il 29 gennaio, alla mostra d'oltremare di Napoli Vincenzo De Luca apre la campagna per le primarie lanciando lo slogan anticamorra che è gia diventato un tormentone elettorale. L'aspirante successore di Bassolino fa della lotta alla camorra un grimaldello per espugnarela poltrona di palazzo Santa Lucia, tuttavia nei venti anni in cui ha dominato la scena politica salernitana, molti appalti di opere pubbliche sono stati affidati a personaggi indirettamente o direttamente collegati alle organizzazioni criminali. Il consigliere comunale Fausto Morrone, ex segretario della CGIL passato un mese fa dal PD all'Idv, negli ultimi anni ha dato filo da torcere al suon nemico di partito. Ora che Di Pietro ha benedetto la candidatura del sindaco di Salerno lui ne prende atto "Sono candidato dell'Idv alle Regionali ma non voterò De Luca". Perchè Morrone ha scoperto denunciato e segnalato con pazienza certosina e ostinazione da mulo tutte le aziende in odore di camorra che continuavano ad aggiudicarsi gli appalti a Salerno. L'ultima è stata la "Società Campania Appalti S.r.l" che ha vinto la gara per la costruzione delle strade di accesso al termovalorizatore (che non c'è). "Gli amministratori unici di questa società sono stati la Signora Palma Apicella il signor Carlo Bianco, la prima è la sorella del più noto Dante Apicella, condannato per associazione cammorristica nel processo Spartacus. Il secondo di Casal di Principe, ha sostituito la Apicella nel 2008 e porta un cognome che ricorre spesso nel maxi-processo ai casalesi" spiega il consigliere comunale che il 18 febbraio del 2009 denuncia alle autorità locali, al ministro dell'interno e al presidente della Repubblica la collusione della ditta con la camorra. Dopo che la Dia di salerno segnala l'infiltrazione malavitosa, il prefetto ordina al Sindaco De Luca di revocare l'appalto. Morrone vuole essere chiaro: "Non dico che sia De Luca a portare la camorra negli appalti, assolutamente. Penso che abbia, esattamente come altri poteri locali, un'attegiamento agnostico non faccia nulla per evitare tali infiltrazioni. Eppure basta poco: io ci arrivo attraverso una banale visura camerale. E' questa superficialità che crea le condizioni affinchè un cammorista dreni soldi pubblici". Sempre Morrone dichiara: "A Salerno accade che le ditte non debbano neanche sforzarsi troppo a cercare prestanomi, perchè si trovano davanti amministratori superficiali e dormienti". C'è un'altro importante appalto vinto da una ditta collusa con la camorra, quello della "lungoirno", per la realizzazione di un asse viario di sette chilometri che attraversa la città da nord a sud l'IN.CA. di Antonio De Rosa si aggiudica la gara. Fausto Morrone, come al solito denuncia i suoi sospetti. Il Prefetto segnala al comune che l'azienda è collusa con il clan Maiale e, dodici mesi dopo, l'incarico viene revocato. "Qualche anno più tardi si deve asfaltare la città di Salerno. Chi fa i lavori? Sui mezzi è stata tolta l'insegna dell'azienda, ma è sempre quella di De Rosa" ironizza Morrone. Il consigliere si chiede poi per quale motivo, quando c'è da portare del cemento a Salerno, ci si affidi sempre all'imprenditore Carmine Marinelli coinvolto in una inchiesta della Dda di catanzaro e ancora sotto processo perchè sospettato di aver realizzato pilastri con cemento di scarsa qualità sulla Salerno - Reggio Calabria. "E' l'unica ditta di calcetruzzi d'Italia?", chiede provocatorio. Infine, altri nomi che ricorrono negli appalti salernitani ma anche nelle cronache giudiziarie sono quelli di Gennaro e Giovanni Citarella. "Il primo è nipote dell'omonimo capoclan ucciso nel 1990. Ed è tra gli indagati, insieme al cugino Giovanni, condannato per tentato omicidio, in un'inchiesta della Dda di Salerno sulla creazione di un cartello d'imprese che avrebbe pilotato appalti nella zona". La camorra non ha fatto troppa fatica, in questi anni, ad aggiudicarsi le gare per i lavori pubblici a Salerno, per questo Morrone si chiede come può De Luca "che non ha impedito infiltrazioni camorristiche nella sua città, promottere di liberare la campania dai casalesi".

Tratto da "LIBERO".

RIPORTIAMO DI SEGUITO L'INTERVISTA AL CONSIGLIERE FAUSTO MORRONE TRATTA DA "IL GIORNALE"


"SONO DELL'ITALIA DEI VALORI MA MI RIFIUTO DI FAR CAMPAGNA PER IL CADIDATO DE LUCA".

La beffa. Se ne era andato dal Pd per transitare nell'Idv, in contrasto con i vertici del Partito di Franceschini e Bersani proprio sul sistema De Luca, il sindaco tribuno di salerno ora candidato governatore del Pd-Idv, e adesso se lo ritrova alleato dopo la svolta pro-infangati di Tonino. Fausto Morrone consigliere comunale dell'Idv a Salerno in area De Magistris (se esiste ancora), è esponente dell'esigua opposizione in Comune contro De Luca. E adesso che è candidato regionali per l'Idv si trova in una situazione ancora più paradossale cha ha deciso di risolvere cosi. "Chiedero di votare l'Idv ma non De Luca".

Ma scusi se votano Idv voteranno De Luca.
"Lo so è una situazione difficile quella in cui ci ha messo Di Pietro. Capisco le sue ragioni ma c'è anche la coeranza come valore, e io non posso perdere la faccia e la credibilità. Ho sempre attaccato il sistema di clientele di De Luca, non potrei mai mettermi a sostenerlo adesso".

Quindi farà campagna elettorale contro il candidato del suo partito?
"Io farò campagna elettorale per l'italia dei valori e per me come candidato al consiglio regionale, manon posso andare oltre, purtroppo questo personaggio ci mette in grande imbarazzo. Questo vale per chi lo conosce, e noi lo conosciamo bene".

Ma non le sembra contradditorio?
Ripeto, faremo di necessità virtù. De Luca rappresenta un metodo di potere che non possiamo sposare, unico in italia fatto di clientele, di tante società. Solo per i rifiuti sono cinque società, ognuna con un consiglio d'amministrazione e un direttore, tutti assolutamente uomini suoi. Non deve essere questa la politica che l'Idv persegue".

Lei è d'accordo con Travaglio, è un errore clamoroso di Di Pietro.
"Io dico che Di Pietro avrà avuto le sue ragioni per il caso della Campania, che posso capire anche se non le condivido. Ma questo non può essere un modello per le alleanze nazionali. Sarebbe un disastro.

Tratto da "Il Giornale".

De Luca, l'alleato che porta guai a Tonino.


"Direbbe Tonino: qui è il bue che dice cornuto all'asino. E il detto cadrebbe a pennello per riassumere il senso della questione De Luca. E' il bue che dice cornuto all'asino, poteva dire Antonio Di Pietro ma non lo dirà, perchè il leader Idv ha scelto, spiazzando tutti e spaccando la sua base, di sostenere De Luca". "Intanto arrivano i fendenti dagli (ex) amici, prima Travaglio, sul fatto di ieri, poi Beppe Grillo sul suo blog (Tu quoque Tonino) il giorno dopo l'appoggio a De Luca come governatore della camapania da parte di Antonio Di Pietro mi sono svegliato con la testa pesante, con un senso di nausea - scrive Grillo-. Perchè dilapidare cosi un patrimonio di consensi per un signore con due processi pesantissimi in corso? Era meglio Bassolino che di processo ne ha uno solo ed è anche più simpatico di De Luca".
"Il candidato scelto da Tonino come alternativa alla criminalità è un uomo su cui gravano pesanti accuse e sospetti. Nei suoi confronti l'ex pm di Salerno Gabriella Nuzzi ha chiesto per tre volte l'arresto. De Luca accusa di collusioni coi casalesi il Pdl campano e invoca le dimissioni ma un suo uomo di fiducia fu candidato al consiglio provinciale dopo essere stato rinviato a giudizio per 416bis (accusato di rapporti con il clan forte). Poi quando era ancora Sindaco, una delle aziende appaltatrici del comune fu interdetta dal Prefetto, e per altre si parlò di legami con i clan. Due sono i tronconi di indagine che riguardano il Sindaco di Salerno e partono dalla cessione dei suoli della ideal standart a varie società che avrebbe dovuto realizzare un mega parco marino (il Sea Park) mai iniziato. La vendita dei suoli sarebbe stata fatta a prezzi molto inferiori rispetto alla stima effettiva sostiene l'accusa che parla di un sistema De Luca basato sulla lievitazione dei costi dei terreni, una gestione illecita e affaristica delle aree del territorio salernitano, un mercato intorno a cui si sviluppa l'azione criminosa di soggetti privati e pubblici. Secondo il Pm, De Luca avrebbe sostenuto la chiusura della Ideal Standart per favorire vari gruppi imprenditoriali allo scopo di conseguire indebite erogazioni di denaro e non, come ha sostenuto lui al congresso Idv, per ottenere la cassa integrazione dei lavoratori. Per un curioso scherzo del destino, l'udienza del processo Sea Park è fissata per il giorno in cui si saprà il nome del nuovo presidente della Campania.
A Salerno De Luca è noto come Sindaco-sceriffo, promotore in prima persona di ronde anti clandestini (li prenderemo a calci nei denti e li butteremo a mare) e antiprostitute (famosa la volta in cui una di loro rifilò uno schiaffo al primo cittadino). E' tra i sindaci più popolari d'italia secondo le classifiche del Sole24ore, ma è anche tra quelli che hanno saputo costruire negli anni un sistema di potere capillare. Promette di tagliare tutte le consulenze, ma i suoi siedono ai vertici dell'Asi, l'agenzia per lo sviluppo dell'area di salerno, delle società partecipate del Comune (molti dei dipendenti hanno fatto campagna elettorale per Lui)delle Asl di Salerno, dove recentemente è stata assunta - con la qualifica di sociologa - la moglie, con un concorso dubbio che è sfociato in un rinvio a giudizio per la consorte di De Luca. Si è fatto astutamente paladino della lotta alla politica politicante di cui però è esponenente lui stesso, dopo una vita da funzionario di partito prima nel Pc, poi nel Pds, poi nel Pd ma nella versione personalistica locale,il Deluchismo. L'altra abilità politica di De Luca, oltre ad aver guadagnato l'appoggio della potente lobby dei costruttori salernitani, è quella di aver saputo monetizzare la rivalità con Napoli, cannibalizzando il declino di Bassolino, di cui è acerrimo nemico, e della Iervolino. Quando scoppio il caso Romeo, a Napoli, si scaglio contro i Politici intercettati. Fu contrario però alle intercettazioni che riguardavano Lui, e che furono distrutte dopo un voto della Camera perchè "totalmente irrilevanti".

TRATTO DA "IL GIORNALE"

martedì 9 febbraio 2010

AFFARI DI DE LUCA: CONTINUA LA SAGA DELLA SPECCHIATA MORALITA' DI DE LUCA.


L'atto è depositato presso l'agenzia del territorio, ufficio provinciale di salerno. E' stato stipulato davanti al notaio Ugo Tafuri e porta la data del 14 novembre 2002.
Oggetto: "Scrittura privata con sottoscrizione autenticata" fra il signor De Luca Vincenzo (in foto mentre ringrazia la Sirius) e la Sirius società cooperativa a responsabilità limitata. De Luca Vincenzo, nato a Ruvo del Monte in provincia di Potenza l'8 maggio 1949, è proprio il supersindaco di Salerno. La Sirius era una cooperativa edilizia aderente a Lega-coop. Che con quell'atto assegno al proprio socio-sindaco (e attuale candidato Pd alla guida della Regione Campania) un appartamento appena finito di costruire di 6 vani in via Rufoli, comprensivo di garage soffitta e cantina. Non è l'unica casa di proprietà del Sindaco di Salerno (ne ha altre di cui ha donato ai figli il possesso conservandosi l'usofrutto) ma è certo che quello di Sirius sia stato un buon affare immobiliare. Da anni la coop edilizia aveva avuto dal comune di salerno la concessione per l'edificazione di un lotto in via Rufoli, e insieme a De Luca l'occasione immobiliare ha fatto gola ad oltre 100 soci che negli anni hanno bussato alla porta di Sirius. Sono stati accolti in pompa magna anche se non tutti hanno ricambiato la cooperativa che ne suoi bilanci si lamenta della scarsa attitudine dei soci assegnatari a rispettare le scadenze di pagamento. Anzi, dopo avere pagato la prima quota molti hanno fatto orecchie da mercante, mettendo Sirius in difficoltà con la banca finanziatrice, Intesa San Paolo. Per la coop rischiava di essere un problema non da poco, essendo quella di via Rufoli la sola missione imprenditoriale. Ma all'improvviso i problemi finanziari sono stati risolti dall'arrivo di nuove missioni. Due nuovi programmi legati a doppio filo proprio al comune di Salerno, all'epoca guidato dal delfino di De Luca (cui era impedito per legge il terzo mandato), Mario de Biase. A Sirius sono stati affidati due programmi di edilizia sociale, uno a San Leonardo (programma ogliara), per la costruzione di 36 alloggi dopo un esproprio dei terreni di altre due società. Il secondo programma ha visto Sirius associata ad altre tre coop di sei varianti urbanistiche approvate dal comune di Salerno per la costruzione di 480 nuovi alloggi di edilizia agevolata. Sembrava fatta, ma le ditte cui era stato espropriato il terreno non si sono arrese. Ricorsi, azioni giudiziarie sia sul merito che sul risarcimento ottenuto. C'è voluto il ritorno sulla poltrona di primo cittadino dello stesso De Luca per venire a capo della vicenda. L'area è stata assegnata a Sirius coop il 14 maggio 2007, dal consorzio Salerno case. Ma anche questo non è bastato. E' dovuto intervenire ancora una volta il Sindaco, già socio di Sirius. Lo riferisce la relazione al bilancio 2008della coop: "Nell'esercizio 2008 per quanto riguarda l'acquisizione dell'area per il programma Salerno S. Leonardo il presidente riferisce che la stessa è stata espropriata con emissione da parte del Comune di Salerno del decreto definitivo di esproprio". Alle riunioni di giunta sul caso Sirius ha partecipato in più di una occasione, votando, lo stesso Sindaco della città, socio della cooperativa edilizia interessata.

Interamente tratto dal quotodiano "Libero".

RIPORTIAMO PER INTERO ARTICOLO PUBBLICATO SUL CORRIERE DEL MEZZOGIORNO IL 23-12-2008


La consorte del sindaco di salerno, possibile candidato pd alle regionali.
CONTRATTO ALL'ASL SA 1, RINVIATA A GIUDIZIO LA MOGLIE DI VINCENZO DE LUCA
Rosa Zampetti è accusata di aver vinto il concorso di dirigente attestando, in modo presumibilmente falso, prestazioni di lavoro presso pubbliche amministrazioni.

De Luca con la moglie Rosamaria

SALERNO - È stata rinviata a giudizio la moglie del sindaco De Luca, Rosamaria Zampetti. Il prossimo 30 marzo, la first lady salernitana dovrà rispondere di abuso di ufficio e falso dinanzi al Tribunale di Nocera Inferiore. La pubblica accusa sostenuta dal sostituto procuratore Giuseppe Cacciapuoti ha convinto il gup Donatella Mancino che la signora Zampetti ha vinto il concorso di sociologo dirigente, bandito dall'Asl Sa1 nel 2004, attestando, in modo presumibilmente falso, prestazioni di lavoro presso pubbliche amministrazioni. Contravvenendo, così, secondo l'accusa, ad uno requisiti fondamentali richiesti dal concorso pubblico e trascinando in giudizio anche l'intera commissione esaminatrice composta da Silvestro Caputo, Rosa Anna Donadio (che dovranno rispondere solo del reato di falso), Francesco Panza, Marilina Aloia (accusati di abuso di ufficio) e Sara Soriente, processata per entrambi i reati.

La pubblica accusa, però, non è riuscita a dimostrare la falsità ideologica relativa ad altri due certificati. La difesa di lady De Luca, affidata agli avvocati Paolo Carbone e Genzerico Minniaci, ha ottenuto il proscioglimento per l'ex direttore generale dell'Asl Sa1, oggi consigliere comunale nella maggioranza di De Luca, Raffaele Ferraioli, e per il dirigente dell'Unità di valorizzazione delle risorse umane, Renato Cascone, padre dell'assessore del Pd Luca nella giunta deluchiana. Che, dai risultati delle indagini, risultavano aver sottoscritto, il 13 ottobre 2004, un certificano in cui attestavano che «la Zampetti ha ottenuto in qualità di docente di seminari interdisciplinari ai medici nel triennio formativo 2003-2005, presso la sede operativa del settore valorizzazione risorse umane dell'Asl Sa1 a Nocera Inferiore », altra specializzazione richiesta dal bando. La Procura sottolineava addirittura che l'attestazione sarebbe stata rilasciata «su istigazione e determinazione della Zampetti». La difesa è riuscita a smontare anche questa accusa, Così come anche le presunte responsabilità attribuite all'attuale presidente della Soprintendenza ai Beni culturali, Giuseppe Zampino, e al funzionario Gennaro Miccio. A cui il pm contestò di aver certificato falsamente che la signora Zampetti avesse ricoperto il ruolo di operatore amministrativo, categoria B2, in modo continuativo, con mansioni superiori al proprio profilo professionale.

Il primo avviso di garanzia per Rosamaria Zampetti viene notificato a settembre 2007. Nel mirino della magistratura finiscono altre otto persone, tra componenti della commissione esaminatrice e funzionari e dirigenti della Soprintendenza. Il concorso incriminato è contenuto nella delibera 1350 del 5 ottobre 2005, preceduta da un'altra delibera (1352) che riguardava, però, un avviso pubblico bandito lo stesso giorno e che prevedevano entrambi la copertura a tempo determinato (sei mesi) di un incarico da dirigente sociologo. La signora Zampetti si piazzò al secondo posto. L'avviso fu poi ritirato dall'Asl Sa1 dopo un ricorso al Tar inoltrato da una concorrente esclusa, Antonina Mammì. Il bando di concorso, invece, fu aggiudicato a lady De Luca.

(Tratto dal Corriere del Mezzogiono)
Angela Cappetta
23 dicembre 2008

lunedì 8 febbraio 2010

Il Partito di Famiglia nella bufera.


Dopo l'indecente-rissa dello scorso luglio scatenata da alcuni dipendenti comunali al congresso dei giovani del Pd, rei di avere convocato il congresso secondo le regole, ma non quelle del Sindaco di Salerno, ancora polemiche nel gruppo dei giovani aderenti al Pd. Pare che la nascita ieri mattina del movimento «Giovani per De Luca Presidente», sponsorizzato da De Luca junior (nella foto), non ha entusiasmato la segreteria regionale dei giovani del Partito democratico. Il neo movimento giovanile rispecchia in pieno la spaccatura interna al Pd. Ancora una volta si ha testimonianza di quello che è il concetto di meritocrazia che il Sindaco attua, ossia l'occupazione di tutti i posti disponibili in carico ai suoi accoliti e preferibilmente suoi figli.

domenica 7 febbraio 2010

INCREDIBILE PROPONIAMO L'INTERVISTA DI APPENA 7 GIORNI FA' A DIPIETRO



1 Febbraio 2010
De Luca non e' l'alternativa.
Riportiamo intervista di Di Pietro pubblicata dal suo sito.

Antonio Di Pietro: Ma mica De Luca se l'è comprato, il Pd? Mica ce lo ha detto il Padreterno che deve essere lui? Non è assolutamente il nome adatto per dare alla Campania la svolta che merita. Non vedo perché impiccarsi al ricatto, alla forzatura di uno solo. L'accordo con il Pd resta ed è forte in tutte le altre undici regioni.

Repubblica: Di Pietro, il veto dell'Idv resiste anche dopo la designazione ufficiale del Pd?
Antonio Di Pietro: C'è un equivoco. Non c'è un veto dell'Idv. C'è un nome che il Pd propone e sui cui praticamente il resto della coalizione non è d'accordo.

Repubblica: C'è chi nota una contraddizione: lei ha sempre auspicato discontinuità dopo il quindicennio di governo bassoliniano, e De Luca si è imposto proprio con questo slogan. Ora, in sintonia con i bassoliniani, chiedete un passo indietro a De Luca.
Antonio Di Pietro: Ma io voglio uscire dalla logica della lotta tra cacicchi o tra sultani. Non mi interessa. Allora, se la suonano e se la cantano tra loro? Noi diciamo che la candidatura di De Luca non unisce, ma divide. Di più. Osservo che è lui come candidato ad essere solo, non il centrosinistra ad essere spaccato. E vogliamo veramente regalare la Campania al centrodestra, al Cosentino?

Repubblica: Quali sono le vostre ragioni contro l'opzione De Luca?
Antonio Di Pietro: Una ragione politica e un'altra etica. Politicamente, non possiamo mettere la stessa faccia che governa da anni e anni il suo pezzo di territorio e spacciarla per il nuovo. La sua politica non rappresenta la discontinuità. Noi dell'Idv non siamo per la politica del meno peggio, della rassegnazione.

Repubblica: L'altra motivazione riguarda i due processi in cui è implicato il sindaco di Salerno?
Antonio Di Pietro: Sì. Suggerirei all'imputato De Luca di impiegare il suo tempo a difendersi nei processi. Ne avrà di cose da ricostruire e da dire.

Repubblica: Vendola auspicava, in alternativa, un candidato della società civile: è d'accordo?
Antonio Di Pietro: Certo. Avevamo ragionato e condiviso alcuni nomi.

Repubblica: Come i rettori, Guido Trombetti o Raimondo Pasquino.
Antonio Di Pietro: Certo, su Trombetti c'era un'intesa. Siamo per la discontinuità vera, non di facciata, non gridata.

Repubblica: Il caso Campania non mette in discussione nulla dell'accordo con Bersani?
Antonio Di Pietro: Non solo non tocca la nostra alleanza, ma voglio sperare con tutte le mie forze, fino al momento di depositare i nomi e le liste, che anche in Campania si realizzi questa coalizione. Che ci sia una compattezza del centrosinistra su un candidato condiviso.

Repubblica: De Luca non pare intenzionato a fare un passo indietro: il suo nome è uscito da quelle primarie, poi andate deserte.
Antonio Di Pietro: Ma che senso avevano le primarie interne al partito? Il Pd non può stare alla forzatura, o al ricatto, di un nome. La Campania deve voltare pagina. Una stagione del centrosinistra è finita.

De Luca junior e i ragazzi del PD.

La notizia è di quelle da leccarsi i baffi.... nella città della politica con la P maiuscola - naturalmente quella di De Luca - dove il Sindaco finalmente è riuscito ad andare oltre le ideologie e a liberarsi dai lacci e lacciuoli dei Partiti, favorendo la partecipazione civile qualcosa si muove anche fra i giovani sostenitori di De Luca, è nato infatti a Salerno il comitato giovani del PD a sostegno di De Luca ed il Coordinatore è lo stesso De Luca ma non il Sindaco migliore del mondo ma bensi il figlio del miglior Sindaco del mondo. Quindi per la proprietà transitiva il miglior figlio del miglio Sindaco del mondo. RIDICOLI!!!

De Magistris contro Di Pietro :"Non parteciperò ad inizitive pro De Luca ho letto le carte la faccenda è molto seria".


Staremo a vedere se De Luca concederà ad Idv ruoli determinanti a palazzo di città prima o dopo le elezioni (come sembra più probabile) allora capiremo perchè Di Pietro ha cambiato idea in merito alla candidatura di De Luca, da Lui stesso definita inaccetabile appena qualche giorno fà.
Si smarca invece De Magistris: "La candidatura di De Luca resta inaccetabile" ha dichiarato a margine del congresso di Idv conclusosi oggi. "Di Pietro ha deciso di cercare di far vincere il centro-sinistra a prescindere dalla questione morale". "Non basta la favoletta che De Luca è venuto a raccontarci, il problema insormontabile è il grumo di vicende giudiziarie in cui il Sindaco è coinvolto...avrei voluto chiarezza su come ha speso i soldi pubblici, su certe varianti urbanistiche, sul mercato del lavoro..., non mi vedrete sul palco con De Luca".

De Luca : Dipendenti comunali a lavoro per la sua campagna elettorale


Continua la saga di De Luca e della sua specchiata moralità.
E' con rammarico che raccogliamo la notizia secondo la quale il candidato governatore dalla specchiata moralità avrebbè distratto alcuni dipendenti comunali in servizio per fargli approntare una sede del suo comitato. "Nella giornata di giovedi i carabinieri hanno rinvenuto un dipendente del comune di Salerno in uniforme da lavoro con tanto di stemma dell'Ente impegnato a rendere più confortevole un locale che verrà adibito a sede elettorale del Sindaco De Luca". Il dipendente secondo fonti comunali sarebbe stato in regime di ferie, ed agli investigatori sarebbe stata consegnata l'istanza di ferie datata due giorni prima. Secondo il gruppo del Pdl però l'istanza non passa normalmente attraverso al protocollo ma è una pratica tutta interna all'ufficio. Ad infittire il mistero il fatto che il dipendente abbia normalmente timbrato il cartellino (magnetico) alle 7.42. Qualche malpesante sarebbe incline a pensare che l'istanza, senza protocollo, sia stata redatta successivamente, al controllo dei Carabinieri. Ci va giù duro un gruppo di consiglieri comunali salernitani: "Ben conoscendo la grande storia di trasparenza e legalità del Sindaco che nonostante qualche arresto e qualche centinaia di intercettazioni distrutte sta in queste ore incassando l'appoggio di Di Pietro siamo inclini a pensare che il Dipendente abbia timbrato il cartellino nonostante si sia dimenticato di avere preso qualche giorno di ferie per lavorare volontariamente alla causa del Sindaco.." Sic. (fonte quotidiani locali)

Quando lo sceriffo di Salerno fece votare "il magliaro di Afragola".


Il "magliaro di Afragola" è un'antica definizione di De Luca nei confronti del suo nemico di sempre. Sono rimaste epicamente leggendarie nell'immaginario collettivo le contrapposizioni del primo cittadino di Salerno nel quinquennio 2000 - 2005 contro l'amminisrazione regionale. Contrapposizioni tese a difendere gli interessi di Salerno, a suo dire, salvo poi portare lo stesso Bassolino alla vittoria a Salerno, con oltre il 70% alle elezioni regionali del 2005 (basta andare a vedere i dati elettorali).....dal 2005 ad ieri siamo tutti testimoni dell'odio che corre tra De Luca e Bassolino. Oggi, invece, il nostro amato Sindaco, a causa della sua bramosia di potere, ha trovato posto tra le prime persone a cui rivolgere ringraziamenti proprio al nemico di sempre: Bassolino... alla faccia della coerenza ..... ciò si può evincere dai primi minuti di discorso del nostro al Hotel Vesuvio.

10 buone domande/motivi per non votare De Luca

In questi giorni stiamo assistendo alla più becera mortificazione della verità. Il candidato governatore della Campania del Pd seguendo la tradizione marxista -leninista è un mistificatore di verità ed un manipolatore di coscienze. Lo stesso ha pubblicamente dichiarato che si dimetterà se sarà riconosciuto colpevole nelle inchieste che lo vedono coinvolto (cosa che gli sarà imposta per legge e non è sua facoltà), e qui sorge la prima domanda....:

1. Sindaco perchè non ha rinunciato alla immunità parlamentare quando da Deputato la sua richiesta di rinvio a giudizio fù presa in esame dalla Giunta della Camera per le autorizzazione a procedere? Come fatto, del resto, in passato da diversi Ministri e Parlamentari. Non è Lei persona che può dare lezioni di moralità?


2. Sindaco è candidato del Pd alla carica di Governatore della Campania e critica la gestione passata della regione del suo amico e collega di partito Bassolino...Ma ci spiega come mai lo stesso si è affermato alle ultime elezioni nella città di salerno conseguendo le percentuali più alte della intera Regione (circa il 70 %)??


3.Sindaco perchè se non ha mai fatto clientele diversi consiglieri comunali salernitani asseriscono che a salerno non si è mai svolta una selezione "normale" per assumere il personale delle molte società miste di salerno??


4.Sindaco perchè se critica il compagno Bassolino.. ha messo a capo del Consorzio Bacino SA/2 uno dei suoi delfino l'avv. Dario Barbirotti?? Consigliere comunale da 15 anni, Barbirotti, è suo fervido sostenitore e per un decennio ha gestito lo stesso consorzio a chi risponde l'avvocato a Lei o a Bassolino?


5. Sindaco perchè quando era commissario all'emergenza rifiuti asseriva della necessità di un termovalorizzatore da 600 mila tonnellate ed oggi che non lo è più predica la inutilità dello stesso? Forse perchè non potra gestire la rete di clientela che da esso può derivare?


6. Sindaco ecco perchè la sua Salerno non è un’isola felice. Vuole dati più precisi? Non c’è problema. Questa è la qualità della vita a Salerno, secondo un rapporto del quotidiano "il sole 24 ore"
anno 2006: tenore di vita 103.ma (ultima) - posizione finale 83.ma
anno 2007: tenore di vita 103.ma (ultima) - posizione finale 87.ma (-4)
anno 2008: tenore di vita 103.ma (ultima) - posizione finale 90.ma (-3 rispetto al 2007, - 7 rispetto al 2006)
anno 2009: tenore di vita 107.ma (ultima); posizionen finale 95.ma (-5 rispetto al 2008, -8/2007, -12/2006)
Se i dati del prestigioso quotidiano di Confindustria fossero truccati per strumentali finalità politiche, state certi che da un bel pezzo sarebbero fioccate denunce e querele.


7. Sindaco Lei è il più amato dagli italiani perchè rifiuta, da anni, tenacemente ogni contraddittorio, e perchè anche se sostanzialmente dipendente comunale, pagato con i soldi dei cittadini partecipa raramente al contradditorio nei consigli comunali che sono sedute pubbliche che deliberano atti pubblici?


8. Sindaco perchè alla regione vuole governare con Italia dei Valori e Sinistra estrema ed al consiglio comunale non ha dato dignita è spazio a queste forze politiche?....Sindaco avremo un ingresso in maggioranza a Salerno di tali forze politiche ? Saranno dati assessorati a tali forze politiche???


9.Sindaco perchè uno dei suoi delfini Alfredo D'Attore è stato defenestrato all'indomani delle elezioni politiche dalla carica di Segretario Provinciale del Pd .... è vero che voleva candidare suoi figlio Piero De Luca al Parlamento..?


10. Sindaco come mai lei che vuole portare a rinascita la Regione Campania attraverso le grandi opere non è riuscito in 15 anni a portare a termine nessuna delle grandi opere della città di Salerno vedi metropolitana, cittadella giudiziaria, palazzetto dello sport, sea park ecc ecc?


Sindaco noi speriamo vivamente che lei non voglia salvare la Regione Campania cosi come ha salvato la città di salerno


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