Come un pugile suonato, ricorre ai colpi bassi. Attacca con pugni sotto la cintola dell’avversario, dimentico di cosa significhi fair play. Anzi, non l’ha mai saputo perché l’unico gioco di cui è capace è pesante e sporco.
Così assume le vesti dello sceriffo di Nottingham. “Ogni città il suo guaio ha”: cantava il gallo menestrello nel notissimo cartoon Disney. A Salerno è toccato Vincenzo De Luca.
Evidentemente a corto di argomenti, ha ben pensato di fare elevare una multa ai sostenitori del suo avversario Caldoro. Rei nella sua testa del crimine di lesa maestà, quasi che non si potesse sostenere a Salerno un personaggio diverso da lui. Sui giovani del Pdl è caduta pronta la mannaia, una multa di circa mille euro. La loro colpa: propaganda politica non autorizzata.
La legge si applica per i nemici, si interpreta per gli amici. Anche De Luca segue questo aureo detto. Quindi, i manifesti dei suoi gladiatori troneggiano impuniti e selvaggi sui muri della città. Ovvio che lui è campione anche in questa particolare classifica dell’illegalità. E’ legittimo chiedersi quante contravvenzioni siano state comminate alle volenterose squadracce, che al posto di tenere Salerno pulita la imbrattano – letteralmente - con manifesti su manifesti del candidato PD.
Stiamo sereni: la festa sta per finire. Poche settimane, e l’unica sua immagine sorridente sarà sui cartelloni.
Scricciolo
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