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giovedì 18 febbraio 2010

La piccola Barcellona: Salerno

Tizio dice che Caio è un’ottima persona, che il futuro non potrà che riservargli grandi sorprese, perché ha imbroccato la strada giusta, quella che porta verso uno sviluppo duraturo. In effetti, Caio ha una buona partenza, un discreto passo, ma la sua fuga verso la vittoria termine, invece, con un poco glorioso schianto. Caio viene allora da tutti additato come un grande malato, il proverbiale gigante dai piedi d’argilla. Solo Tizio rimane scornato nella sua illusione, come la cornacchia di Esopo che si pavoneggiava con le penne degli altri uccelli.
Diamo un nome ai personaggi del nostro apologo. Tizio-De Luca ha esaltato, per anni e con convinzione, come modello di crescita l’economia di Caio – Spagna. Infatti, prima della sbandata kitch per i palmizi e le vele in stile Abu Dhabi, ogni due per tre il caro sindaco non faceva che magnificare le magnifiche sorti della Spagna. Nello specifico, il suo sogno era di trasformare Salerno – ritornello paesano e troppe volte scandito – in una piccola Barcellona, di trasportare anche su questa sponda del Mediterraneo la movida fracassona. In attuazione di questo suo disegno, ha con convinzione consentito l’apertura indiscriminata di localini dalla scarsa solidità, dalla poca esperienza e dalla piatta prospettiva senza curarsi dei pochi siti industriali della città. Per di più, ha indirizzato quasi tutte le risorse comunali in progetti urbanistici, nel solco del precedente sindaco Giordano, di cui era stato proprio assessore ai lavori pubblici.
Bene: oggi la Spagna è in grosse difficoltà, forse è il paese dell’area euro messo peggio. I livelli di disoccupazione e del debito pubblico sono spaventosamente cresciuti, perché negli ultimi venti anni è stata disarticolata l’economia tradizionale, inseguendo sogni di cartapesta e progetti faraonici in un’affannosa rincorsa ad un benessere effimero. E’ questa la sorte di chi abbandona la roccia per costruire sulla sabbia.
Nel piccolo della realtà salernitana ipotizzare uno scenario del genere è doloroso, ma verosimile. Occorre elaborare sin da subito una exit-strategy dal deluchismo. Prima di finire tutti con la za(p)pa(tero) sui piedi e farci davvero male!
Scricciolo

1 commento:

  1. in 15 anni non ha saputo costruire nulla di credibile e si vuole candidare pure alla guida della regione vergogna

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